Pensioni quota 100: le ultime novità

Le pensioni quota 100 sono una delle parti più attese e discusse dell’ultima riforma finanziaria. Ma quali sono le ultime novità e come funziona la quota 100? Questo nuovo decreto interesserà anche le donne e i lavoratori precoci. Con le pensioni quota 100 si prevede che nel 2019 saranno 450 mila lavoratori in più rispetto ad uscire, rispetto alle regole attuali. Invece con 37 anni di contributi all’attivo l’uscita riguarderebbe 410 mila persone in più rispetto all’attuale sistema. Continuate a leggere per capire di più.

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Pensioni quota 100

La quota 100 è una misura sperimentale che parte il 1° aprile 2019 e rimane in vigore per il triennio 2019-2021.  Alla pensione quota 100 si potrà accedere al raggiungimento, nel periodo compreso fra il 2019 e il 2021, di un’età anagrafica non inferiore ai 62 anni e ad un’anzianità contributiva non inferiore a 38 anni. A quest’ultima sarà possibile arrivare anche cumulando periodi assicurativi fra due o più gestioni, purché siano esse indicate nella norma e amministrate dall’INPS. La possibilità di anticipare l’età pensionistica con la quota 100 si consegue una volta trascorso il periodo previsto per l’apertura della cosiddetta finestra, che cambia in base al datore di lavoro, alla gestione previdenziale a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico. Le finestre di uscita variano a seconda che si tratti di dipendenti pubblici o di lavoratori del settore privato. Questo periodo va dai tre mesi per i lavoratori privati, fino ai sei per i pubblici. Sono escluse le finestre per i dipendenti della scuola, così come anche la finestra del 1° aprile e del 1° agosto, relative ai lavoratori del settore privato e pubblico. Le ulteriori finestre dovrebbero essere mobili.

Potranno accedere alla quota 100 tutti coloro che hanno maturato nel periodo compreso fra il 2019 e il 2026, un’anzianità contributiva non inferiore a 42 anni e 10 mesi, per gli uomini, e di 41 anni e 10 mesi per le donne. Sarà sempre necessario attendere la decorrenza del trattamento pensionistico, una volta trascorsi tre mesi, dalla maturazione del requisito.
La quota 100 può essere ottenuta, per quanto riguarda gli iscritti a due o più gestioni previdenziali che non stiano già ricevendo la pensione, anche richiedendo il cumulo dei contributi. Scegliendo questa possibilità per uscire anticipatamente da lavoro, non potrete cumulare la pensione con altri redditi da lavoro. Questo significa che fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia, l’unica attività consentita è quella di prestazione occasionale rispettando il limite massimo di 5 mila euro lordi annui.

Quota 100 e opzione donna

Secondo la proposta di legge non sarà necessario avere 43 anni e un mese di contributi per andare in pensione con la quota 100, ma basteranno 42 anni e 10 mesi e poi aspettare tre mesi per la decorrenza della pensione. Il limite della cosiddetta ”opzione donna” è dato da un’anzianità contributiva non inferiore a 35 anni e un’età anagrafica non inferiore a 58 anni, se si tratta di lavoratrici dipendenti, e non inferiore ai 59 anni, se si tratta invece di lavoratrici autonome. Il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico avverrà una volta che saranno trascorsi 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.

Lavoratori precoci

Ai lavoratori precoci non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita. Quindi potranno andare in pensione con 41 anni di contributi. Il diritto al trattamento pensionistico decorre dopo tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti. Questo significa che i lavoratori precoci potranno accedere alla pensione quota 100 una volta raggiunto, nel periodo compreso tra il 2019 e il 2026, un’anzianità contributiva non inferiore a 41 anni. E che anche in questo caso sarà necessario attendere tre mesi prima di maturare il requisito prescritto.
Infine, sempre nella comunicazione, a decorrere dalla data di entrata in vigore del Decreto Legge i fondi di solidarietà di cui al Dlgs 148 del 2015, al ricorrere delle condizioni prescritte, “possono erogare un assegno straordinario per il sostegno del reddito in favore di lavoratori che perfezionino i requisiti previsti per l’accesso alla ‘pensione quota 100’ nel triennio 2019-2021“. Questo significa che nel 2021 può essere inserito nel fondo un lavoratore nato nel 1962, con 35 anni di contributi perché avrà maturato i requisiti di 62 più 38 entro tre anni.

Presentare la domanda

È arrivata la notizia che molti aspettavano. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il 29 gennaio è entrato in vigore il decreto sulle pensioni con Quota 100. Sarà quindi possibile, a partire dal 29 Gennaio, presentare domanda all’INPS. Entro il 28 febbraio, anche il personale della scuola potrà fare richiesta. Per chi invece ha maturato quota 100 alla fine del 2018, nel privato, il diritto alla pensione scatta dal 1° aprile 2019. Per chi ha maturato quota 100 a fine 2018 nel pubblico, invece, il diritto alla pensione arriva dal 1° agosto 2019, con domanda da presentare con un preavviso di 6 mesi.
Dal momento che la quota 100 è ormai realtà, sul sito INPS è possibile presentare la domanda per accedere a questo meccanismo di pensionamento anticipato.

Cosa cambia

Con la pensione quota 100 cambiano alcuni aspetti, rispetto al passato. Innanzitutto non ci saranno più scatti di età. La pensione non sarà più legata ad un’aspettativa di vita. Inoltre sarà possibile cumulare periodi assicurativi presenti su più gestioni differenti. La pensione non sarà però cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo. Sarà invece possibile cumularla con redditi da lavoro occasionale, fino alla soglia massima di 5 mila euro all’anno.

Inoltre, altro dettaglio non trascurabile è che i dipendenti pubblici dovranno dare un preavviso di almeno sei mesi.

Nel decreto su quota 100 è stata inserita anche la pace contributiva, che consente di riscattare, su richiesta, periodi di buco contributivo non obbligatori per un massimo di 5 anni e il riscatto del periodo di laurea a condizioni agevolate entro i 45 anni.

Speriamo che questo articolo sia stato utile a chiarire un po’ le idee su come funziona la Pensione quota 100 e quali cambiamenti comporteranno.

Riccardo Forti
Riccardo Forti è nato a Seborga, in provincia di Imperia, nel 1977. Da sempre appassionato e studioso del settore finanziario, si è laureato in Economia a Genova nel 2002. Collabora con importanti riviste di settore e dal 2009 è papà di due splendidi gemelli: Marta e Francesco.