Pensioni precoci: tutte le novità

Il tema delle pensioni è da sempre e soprattutto negli ultimi anni una questione di forte interesse, al centro quindi di un grande dibattito pubblico.

La pensione consiste in una rendita vitalizia corrisposta obbligatoriamente al lavoratore in base al rapporto giuridico con il datore di lavoro, ente o società. Furono inventate in Germania nel 1889, quando il cancelliere Otto von Bismarck per primo a promulgò una legge che garantiva la pensione ai lavoratori dipendenti, stabilendo l’età limite per usufruirne.

Molti altri Paesi industrializzati seguirono l’esempio ed introdussero normative simili per regolamentare il mondo del lavoro. Nel 1935 il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt firmò il Social Security Act creando il primo sistema pensionistico che prevedeva il pagamento:

  • di un’indennità di disoccupazione;
  • di una somma a vita per i lavoratori che avevano raggiunto l’età pensionabile.

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Le pensioni in Italia

In Italia, la pensione è prevista dall’art. 38 della Costituzione. La previdenza sociale nacque nel 1898 con la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai, tuttavia l’iscrizione divenne obbligatoria solo nel 1919, quando l’istituto cambiò nome e divenne Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali (CNAS), diventando infine nel 1933 Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS).

Il sistema pensionistico pubblico è:

  • gestito degli enti previdenziali;
  • finanziato con le imposte, ossia attraverso il pagamento dei contributi obbligatori da parte dei datori di lavoro e altri trasferimenti di risorse fiscali dal bilancio statale, sulla base del principio della solidarietà intragenerazionale e intergenerazionale.

Le pensioni sono regolate da leggi e non da contratti, si tratta quindi a tutti gli effetti di uno strumento di politica economica e di ridistribuzione dei redditi, strettamente vincolato dalle risorse statali provenienti dall’imposizione fiscale.

Riforma delle pensioni e novità

Moltissime riforme del sistema pensionistico si sono susseguite nella storia repubblicana dell’Italia. Una tra le più famose, è certamente la cosiddetta Riforma Fornero, dal nome del  Ministro del lavoro e delle politiche sociali del governo Monti, emanata nel dicembre del 2011 e finalizzata a ridurre la spesa pubblica legata alle prestazioni pensionistiche in un momento di forte crisi finanziaria.

Lo scorso 19 maggio 2016, le sigle sindacali CGIL, CISL E UiL hanno organizzato una manifestazione a Roma per chiedere al Governo di riprendere il confronto sul tema e chiedere una maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. In particolare è stato chiesto di trovare soluzioni per:

  • chi vuole accedere alla pensione anticipata, così da aiutare a creare posti di lavoro per i giovani;
  • la difesa del potere d’acquisto delle pensioni;
  • l’estensione degli ormai celeberrimi 80 euro anche ai pensionati con pensioni basse;
  • modificare alla legge Fornero.

La proposta dei sindacati per chi vuole andare in pensione anticipatamente e per i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 20 anni raggiungendo la massima anzianità contributiva prima dell’età pensionabile, consiste in:

  • un anticipo di 4 anni, con 35 di contributi e 2% di penalizzazione all’anno;
  • quota 41, ovvero un tetto a 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalità sull’assegno.

Questa manovra sarebbe a costo zero e permetterebbe un significativo turnover generazionale di cui l’Italia ha davvero molto bisogno.

Martina Belmondo
Laureata in Economia Aziendale, classe 1987, Martina dirige la redazione di Inprestiti.com da giugno 2015. Ama gli animali e gli sport estremi.